Presso il Camec di La Spezia, Eleonora Roaro presenta una video installazione dal titolo “FIAT 633NM” che parte dal suo archivio familiare costituito da circa 360 fotografie del 1937-38 e mira ad analizzare il ruolo delle imprese coloniali d’epoca nell’Africa Orientale Italiana.

Il video si focalizza su 52 immagini relative ai camion FIAT fotografati in più occasioni per propagandare le infrastrutture, create dagli italiani con finalità di enfasi su aspetti di modernità e progresso. Gli autocarri FIAT diventano emblema della retorica coloniale. Le immagini dei camion sono in dialogo con cartoline panoramiche degli anni ’30 del deserto etiope...
Per tale occasione è bene ricordare che il 19 febbraio del 1937, nel calendario etiopico il 12 Yekatit 1929, ad Addis Abeba, in festa per celebrare davanti al Ghebì imperiale la nascita del primogenito del principe Umberto II di Savoia, erede al trono imperiale, otto granate esplodono alle spalle del viceré Rodolfo Graziani e provocano la morte di sette persone e circa cinquanta feriti.

La risposta italiana fu immediata. Uno dei maggiori storici del colonialismo italiano, Angelo Del Boca, stima circa in 3.000 le vittime dei primi tre giorni di violenze ad Addis Abeba, cifra ripresa anche dall'inglese Anthony Mockler, e dallo storico Giorgio Rochat, che però ipotizza che la cifra potrebbe essere più alta, tra 3 e 6.000. Nel 1997, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro compie una visita ufficiale in Etiopia, durante la quale vi fu una esplicita ammissione delle colpe coloniali. Nell'ottobre 2006 ci fu, inoltre, una proposta di legge per l'istituzione, nel giorno 19 febbraio, del "Giorno della memoria in ricordo delle vittime africane durante l'occupazione coloniale italiana" che non ha mai trovato compimento.